Palermo | 29/04/2024 | 14:51:03
Pagina Facebook Pagina Youtube Instagram Google Plus
Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

Alla scoperta dell'area archeologica gli scavi affidati ai detenuti

Otto chilometri quadrati che si estendono dalla chiesa di San Giorgio dei Genovesi, accanto a piazza Tredici Vittime, fino a piazza Tavola Tonda. Un progetto del Centro Padre Nostro

data articolo 08/11/2013 autore La Repubblica categoria articolo RASSEGNA
 
torna indietro
Articolo de La Repubblica
Articolo de La Repubblica

Il Centro di accoglienza Padre Nostro di "Padre Puglisi" ha ricevuto dalla Sovrintendenza ai Beni culturali, in comodato gratuito e per 5 anni, l'area archeologica degli Schiavoni. Sono 8 chilometri quadrati che si estendono dalla chiesa San Giorgio dei Genovesi, accanto a piazza Tredici Vittime, fino a piazza Tavola Tonda, subito dietro il Conservatorio, rione San Pietro. "Da circa 2 mesi 3 detenuti lavorano per portare alla luce gli scavi archeologici dell'area Schiavoni - dichiara il presidente del centro Padre Nostro, Maurizio Artale - perché il nostro progetto, denominato Al Bab, oltre a prevedere un'azione di riqualificazione ambientale, vuol essere l'occasione per il reinserimento delle fasce sociali deboli e l'applicazione dell'articolo 27 della Costituzione". Articolo 27 che recita: "La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte" Un progetto per risollevare un'importante zona archeologica, perché non va dimenticato che lì sotto c'è la porta di San Giorgio dei Genovesi, oltre a buona parte delle mura della città; tutto seppellito dai bombardamenti durante la guerra e poi lasciato nell'incuria più totale dopo gli scavi della Sovrintendenza di vent'anni addietro. Partecipano in molti al progetto, dalle tante onlus che affiancano il centro "Padre Nostro", come le associazioni "Laboratori riuniti altrove", "Acunamatata", "Immagininaria ragazzi", la "Conferenza regionale Volontariato e Giustizia della Sicilia", la "Fondazione Giovanni Paolo II di Fiesole", fino al sindaco Orlando e al Comune di Palermo, al Dipartimento regionale ai Beni culturali e ambientali e alla casa circondariale di Pagliarelli. E il cuore e il motore del progetto sono proprio questi ultimi: gli ospiti - obbligati - del carcere. Theodor Middlebrook è uno di questi. Un omaccione di mezza età nato in Colombia ma residente per parecchi anni a New York. Poi l'Italia, dove ha vissuto e lavorato a Foggia. Qui una lite col suo socio è sfociata in omicidio. Gli hanno dato 10 anni di carcere. Fra buona condotta e altro è sul finire - dice - e se va tutto bene dovrebbe uscire nel dicembre del 2014. Intanto "esce" per buona parte del giorno - fino alle 5 del pomeriggio poi rientro e notte in cella - per il progetto di Maurizio Artale. "Sono molto contento di essere qui - racconta Theodor - all'aria aperta. Basta questo. Io non ho famiglia a Palermo e non conosco nessuno. Qui parlo con la gente che passa, magari ci sono turisti, e mi rendo utile per qualcosa di buono. Ed è bello stare così, senza nessun guardiano che ti sorveglia o ti dice cosa devi fare. Certo se fossimo sotto la sorveglianza armata non sarebbe la stessa cosa. Ma così...". Ma così è un'altra cosa. E se le cose andranno per il verso giusto, come crede Artale, i detenuti - archeologi aumenteranno. Per loro è anche previsto un laboratorio dove preparare gelati da vendere in un chiosco dentro l'area archeologica, ma anche in giro con le motocarrozzette.

Alessio Gervasi

Fonte: La Repubblica

tag al bab tag reinserimento sociale tag riqualificazione ambientale segnala pagina Segnala
       

ARTICOLI CORRELATI
articolo correlato Rione San Pietro, ripulita l'area archeologica. Ma i cumuli di erbacce restano accatastati lì
CRONACA – Dopo che Meridionews aveva sollevato il caso, nei giorni scorsi gli operatori ecologici e i giardinieri sono intervenuti per portare via i rifiuti e rimuovere le sterpaglie dalla zona. Il centro Padre Nostro aveva comunque interrotto l'avvio del progetto Al Bab, che doveva essere realizzato in questo luogo
17/08/2016
articolo correlato Sesso e degrado tra gli scavi del rione San Pietro «Senza parcheggiatori abusivi sarebbe discarica»
Cronaca – L'area archeologica di piazza XIII vittime, a un anno esatto dal recupero, si trova nell'abbandono. Tra le sterpaglie che si sono riappropriate dei ruderi dell'insediamento islamico del decimo secolo, anche una zona utilizzata come giaciglio dalle prostitute che di notte popolano il quartiere. Artale: «Avevamo tanti progetti, ci hanno abbandonati»
08/08/2016
articolo correlato Ennesimo furto al Centro di Accoglienza Padre Nostro. Obbligata la chiusura di una delle sedi
Incerto il futuro dei cittadini detenuti affidati al centro dall’amministrazione penitenziaria
01/08/2016
articolo correlato Martedì 21 luglio 2015 verrà inaugurato il percorso archeologico negli scavi del rione S. Pietro e di Piazza XIII vittime
Iniziativa prevista dai progetti Al Bab e Mare Memoria Viva
20/07/2015
articolo correlato I detenuti "archeologi" in Sicilia investono nel turismo
Corriere Sociale
04/05/2014
articolo correlato Detenuti bonificano area archeologica. "Ci rendiamo utili per la società"
Da circa due mesi i tre detenuti lavorano, infatti, per portare alla luce gli scavi archeologici dell’antico sito archeologico del rione San Pietro di Palermo. "Siamo soddisfatti e vogliamo continuare a renderci utili per la società". Artale (Padre nostro): "Solo partendo dalle pene alternative si aiuta la persona"
11/11/2013
articolo correlato Progetto Al Bab
Progetto a fovore della riqualificazione ambientale e del reinserimento delle fasce sociali deboli
06/11/2013